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Polveri sottili: cosa sono e cosa le produce

Quando parliamo di polveri sottili ci riferiamo al materiale microscopico presente nell’atmosfera in forma solida o liquida, di diverse dimensioni definito anche particolato. Queste micropolveri vengono prodotte da attività antropiche, ma possono avere anche un’origine naturale e sono particolarmente pericolose per la salute, scopriamo insieme perché.

Cosa sono le polveri sottili

Il particolato definisce quell’insieme di polveri, fuliggine e materiale microscopico che rimane sospeso in aria anche per molto tempo. Le polveri sottili sono molto leggere e sono la principale causa di inquinamento nelle aree urbane di tutto il mondo proprio a causa della loro leggerezza, che permette loro di essere trasportate nell’aria per molto tempo.

Il particolato viene anche definito sulla base delle dimensioni: distinguiamo infatti le particelle più grandi da quelle più piccole con le sigle PM10 e PM2,5. PM sta per particulate matter che significa proprio materiale particolato.

  • Le PM10 hanno materiale mediamente più grande: la dimensione media di queste particelle è inferiore a 10µm
  • Le PM2,5 hanno materiale più sottile: le particelle sono di dimensione inferiore ai 2,5µm

La composizione chimica di queste particelle può includere sostanze diverse a seconda della fonte che ha prodotto le polveri sottili, tra cui solfati, nitrati ammonio, metalli pesanti, idrocarburi, diossine e furani.

Componenti chimiche che forse sarebbe meglio lasciare fuori dal nostro corpo, non credi?

Come si formano le polveri sottili

Le polveri sottili possono avere origini diverse: in particolare si possono creare a partire da eventi naturali, ma possono derivare anche da attività antropiche, ovvero svolte dall’uomo. Eventi atmosferici naturali possono creare anche alte concentrazioni particolato: questi avvenimenti non sono solitamente governabili dall’uomo, che invece può tenere sotto controllo le attività di tipo umano che aumentano le concentrazioni di particolato nell’aria. Ma quali sono gli eventi e le attività che producono le polveri sottili?

  • Di origine naturale: come incendi boschivi, eruzioni vulcaniche, erosione terrestre e particelle vegetali. Infine Il vento può aumentare la portata dell’evento trasportando la fuliggine anche lontano dal luogo di origine.
  • Da fonti antropiche: da industrie, motori a scoppio, riscaldamento domestico, usura di freni e pneumatici e, in generale, da qualsiasi tipo di combustione.

Perché le polveri sottili sono pericolose?

In molti oggi parlano di polveri sottili in relazione all’inquinamento ma spesso prendiamo la tematica sotto gamba, senza renderci bene conto di quanto siano pericolose per la salute di tutti. In Italia l’inquinamento atmosferico uccide 80.000 persone ogni anno collocando il nostro Paese al primo posto in Europa per morti premature per esposizione alle polveri sottili 2,5. 

Infatti non tutti sanno che le PM2,5 sono molto più pericolose di quelle di dimensione minore, proprio per il fatto che sono più piccole, e riescono pertanto a sfuggire a tutti i filtri che il nostro corpo possiede per difenderci dagli agenti esterni. In particolare i rischi per la salute relativi all’esposizione da polveri sottili può essere così diviso:

  • PM10: il particolato grossolano può essere irritante per occhi, pareti nasali e cavità orali. Questo tipo di polveri raramente viene assimilato in profondità, danneggiando superficialmente occhi, naso e bocca.
  • PM2,5: il particolato più sottile raggiunge invece gli alveoli polmonari, causando problemi polmonari e cardiovascolari.

polveri sottili grandezza

L’esposizione all’inquinamento atmosferico infatti aumenta l’insorgenza di asma e bronchite ed è strettamente collegato a una diminuzione della capacità polmonare. L’inalazione del pulviscolo presente nell’aria aumenta quindi la probabilità di insorgenza di tumori polmonari.

Ovviamente le categorie più a rischio sono anche quelle più sensibili: bambini, anziani e persone sensibili come asmatici o con patologie polmonari o cardiache dovrebbero ridurre al minimo l’esposizione a queste sostanze. Tuttavia, come è noto, l’alta concentrazione di particolato nelle aree urbane influisce negativamente sulla salute di tutti. 

Cosa produce le polveri sottili?

Ma chi sono i principali responsabili della produzione dell’inquinamento atmosferico? Se per anni la colpa è ricaduta quasi esclusivamente alle automobili ultimamente le cose sono sensibilmente cambiate, soprattutto grazie ai provvedimenti mirati al rinnovamento del parco auto italiano. Se le automobili continuano a essere responsabili della produzione di polveri sottili attraverso la combustione del carburante, molti studi accreditati puntano il dito contro il riscaldamento domestico. A riguardo, il Sole24ore ha pubblicato un articolo molto interessante e dettagliato sulle emissioni: leggi l’articolo del Sole24ore (https://www.infodata.ilsole24ore.com/2018/12/23/pm10-principali-responsabili-dellinquinamento/)

Ebbene sì, la nostra vecchia caldaia è oggi responsabile della maggior parte delle emissioni inquinanti nelle aree urbane. Già da un paio d’anni infatti abbiamo potuto constatare un netto miglioramento nel tasso di inquinamento prodotto dalle automobili. Al contrario il riscaldamento domestico sembra non aver ancora trovato le giuste soluzioni per arginare il problema delle polveri sottili.

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Come tutelarsi?

Per difendersi dai rischi connessi all’inquinamento atmosferico, ma soprattutto per tutelare i nostri cari più esposti, sarebbe meglio fare attenzione alle fasce orarie di maggiore concentrazione per gli inquinanti. Selezionare quindi una fascia oraria in cui si prevede meno traffico ci tutela in maniera seppur minima da un’esposizione eccessiva. Anche le condizioni meteo possono influire: le giornate calde permettono allo smog di sollevarsi da terra più facilmente, mentre durante e immediatamente dopo giornate piovose la concentrazione è mediamente più bassa perché l’acqua tende a far precipitare a terra queste sostanze.

Allo stesso modo, se fai passeggiate o ti muovi in bicicletta, fai attenzione al cosiddetto “effetto canyon” che si verifica in quelle strade ad alto transito in entrambe le carreggiate e che presentano in entrambi i lati barriere, palazzine o alti caseggiati. In questi luoghi infatti il ristagno delle sostanze inquinanti può raggiungere livelli maggiori perché vi sono meno correnti d’aria. Ma purtroppo l’unico dispositivo in grado di tutelarci al 100% da queste sostanze è la mascherina FFP2 e FFP3: non ci auguriamo certo di doverle portare così spesso, ma potranno risultare utili per i soggetti più sensibili.