PNRR: cosa significa e come è strutturato?
PNRR sta per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e rappresenta il documento che ogni Stato membro dell’Unione Europea deve predisporre per poter accedere ai fondi del NGEU, il Next Generation EU. In particolare l’NGEU è uno strumento temporaneo introdotto dall’Unione Europea per la ripresa post pandemia Covid-19 in grado di rilanciare l’economia rendendola più digitale e più attenta ai temi della sostenibilità ambientale e dell’economia green.
PNRR: cosa prevede
Concretamente, questo strumento prevede un pacchetto da 750 miliardi di euro, ripartito in sovvenzioni e prestiti, il cui nucleo centrale è costituito dal Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, o RRF. Questo dispositivo in particolare ha una durata di 6 anni, dal 2021 al 2026, e una dimensione di 672,5 miliardi di euro, diviso in 312,5 miliardi di sovvenzioni statali e nei restanti 360 miliardi in prestiti a tassi agevolati.
Il PNRR dunque prevede di accedere ad un pacchetto di investimenti e riforme per rilanciare l’economia del nostro Paese. Questo Piano promuove dunque un’agenda ambiziosa di riforme che si articolano in 4 principali categorie:
- Pubblica amministrazione
- Giustizia
- Semplificazione
- Competitività.
Il Governo Draghi ha trasmesso il 25 aprile il testo del PNRR al Parlamento. Successivamente, il 30 aprile è stato ufficialmente inviato alla Commissione europea. L’approvazione conclusiva del PNRR italiano da parte della Commissione Europea è avvenuta il 22 giugno di quest’anno.
Riguardo alla sua struttura, il PNRR è strettamente legato ai 6 pilastri del Next Generation EU. Infatti le risorse che sono state stanziate nel PNRR sono circa 191,5 miliardi di euro e sono ripartite in 6 missioni principali:
- Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi
- Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi
- Inclusione e coesione – 19,81 miliardi
- Salute – 15,63 miliardi
Il Piano si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo – digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale – e si articola in 16 Componenti, raggruppate in 6 Missioni, già citate nell’elenco precedentemente. Ma analizziamo i 3 assi strategici del PNRR per capire meglio gli obiettivi che perseguono.
I 3 punti cardine del PNRR
Rivoluzione verde e transizione ecologica
Il secondo asse strategico riguarda la rivoluzione verde e la transizione ecologica. All’interno di questa importante missione sono presenti 4 sottocategorie che mirano a risollevare il Paese dal punto di vista della tutela ambientale, dell’economia green e dell’efficienza energetica:
- Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile
- Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
- Tutela del territorio e della risorsa idrica
- Economia circolare ed agricoltura sostenibile
L’obiettivo di questa missione è principalmente quello di favorire la transizione green del Paese puntando principalmente su energie prodotte da fonti pulite e rinnovabili.
Vuoi scoprire di più sulla transizione ecologica? Leggi l’articolo Decarbonizzazione: la transizione energetica europea
La rivoluzione verde e la transizione ecologica porteranno dunque ad aumentare l’adattamento e la resilienza ai continui cambiamenti climatici, oltre che a sostenere tutti gli investimenti in ricerca e innovazione nel campo dell’ecologia e della sostenibilità ambientale.
In questo obiettivo rientrano ad esempio i 15 miliardi di euro stanziati per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Lo stesso vale per il miliardo di euro destinato alle energie rinnovabili che mirano a sviluppare le filiere industriali nei settori fotovoltaico, eolico e delle batterie.
Anche la crescita di startup innovative nel settore della transizione ecologica viene supportata dal PNRR con un investimento di 250 milioni di euro per la creazione di un Fondo per la Transizione Verde rivolto principalmente ai settori delle rinnovabili, dell’economia circolare, dell’efficienza energetica, della mobilità, dello smaltimento dei rifiuti e dello stoccaggio di energia.
Digitalizzazione e innovazione
I progetti presenti nella missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” sono stati ideati con l’obiettivo di favorire il processo di transizione e innovazione digitale. Ciò si traduce nel sostenere le infrastrutture del Paese e nel trasformare i processi produttivi delle imprese a favore della digitalizzazione.
A questo proposito, il Ministero dello sviluppo economico punta a sostenere tutti gli investimenti strategici nell’ambito della Transizione 4.0 e a favorire i progetti e le politiche in grado di risollevare e rinnovare le filiere del Made in Italy.
Inclusione e coesione
Altro importante asse strategico del PNRR, in stretta condivisione con gli obiettivi a livello europeo, è quello che riguarda le politiche e i progetti di coesione e inclusione sociale. Questa missione prevede lo stanziamento di fondi nelle infrastrutture sociali, alle famiglie, alle comunità e al terzo settore, attraverso riforme e politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione.
Un esempio di intervento, proposto dal Ministero dello sviluppo economico, è quello sul rafforzamento e l’avvio di una nuova imprenditorialità femminile attraverso risorse pari a 400 milioni di euro rendendo operativo, con un finanziamento iniziale di 40 milioni di euro, il cosiddetto Fondo Impresa Donna
Il PNRR nel concreto: come accedere e 3 esempi pratici
Ma nel concreto come si attuano i progetti previsti dal PNRR? Come possono accedere i cittadini ai contributi a fondo perduto e agli incentivi previsti nel PNRR? Il Ministero dell’Economia e della Finanza (MEF) propone due modalità:
- Attraverso la risposta a un bando specifico o a un avviso pubblico promosso dalle Amministrazioni centrali oppure dai soggetti responsabili di un certo progetto o investimento;
- Presentando singole richieste nel rispetto di prerequisiti di ammissibilità previsti dalle normative di riferimento.
Attraverso il PNRR è quindi possibile accedere a fondi messi a disposizione dall’Europa per le famiglie, per le imprese e per le istituzioni. Di seguito vedremo 3 esempi concreti di investimenti messi a disposizione dal piano.
1. Incentivi a cittadini e imprese
Tra gli incentivi previsti dal PNRR e rivolti sia ai cittadini che alle imprese sono l’Ecobonus 110, il Superbonus e il Sismabonus. Questi incentivi promossi dallo Stato hanno l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici. Un altro esempio, adatto in primis alle aziende italiane, sono gli incentivi nell’ambito del piano Transizione 4.0: questo piano sostiene gli investimenti delle aziende in beni, materiali e non, che promuovono la ricerca, lo sviluppo, l’innovazione, la digitalizzazione e la formazione delle stesse.
2. Servizi
Il MEF prevede che attraverso il PNRR siano attuati investimenti anche per quanto riguarda i servizi di pubblica utilità. Uno tra i più importanti, considerando anche il momento storico che stiamo vivendo, è quello relativo alla telemedicina con lo scopo di intensificare le cure e l’assistenza domiciliare e allo stesso tempo di evitare l’intasamento degli ospedali e dei pronto soccorso.
3. Opere pubbliche
Un altro esempio importante riguarda quello della rigenerazione urbana. Gli incentivi previsti dal PNRR che interessano le opere pubbliche del nostro paese hanno l’obiettivo di valorizzare in chiave ecosostenibile il nostro patrimonio edilizio pubblico e di intervenire sui fenomeni di emarginazione e degrado sociale.