Green Deal: l’economia verde europea
Con Green New Deal (dall’inglese “nuovo corso verde” o “nuovo patto verde”) si intendono i provvedimenti economici, sociali ed energetici che l’Europa sta promuovendo per attivare una vera green economy. In quest’articolo parliamo di tutti gli aspetti interessati da questa nuova politica in fase di attuazione.
Dal New Deal americano al Green Deal europeo
Il nuovo Green Deal che l’Europa sta promuovendo attivamente prende spunto dal New Deal americano di Roosevelt. Il celebre piano di provvedimenti attuato dal presidente USA nel corso degli anni Trenta prevedeva misure economiche e sociali per far fronte alla grande depressione che aveva investito gli Stati Uniti a partire dal 1929.
Oggi le esigenze sono ben diverse, ma la criticità della situazione di partenza è a livelli simili. La necessità di generare un nuovo corso che permetta all’economia di ripartire si fa sempre più impellente per diversi fattori. La crisi sanitaria mondiale, le sue conseguenze economiche e l’esigenza di una svolta di tipo ambientale sono fattori che sembrano guidare le iniziative di Bruxelles.
Cos’è il Green Deal
Figura centrale di questo “nuovo patto verde” è Ursula von der Leyen, attuale presidente della Commissione Europea. La presidente ha infatti progettato il Green Deal europeo per favorire una transizione equa e giusta verso un’economia più rispettosa dell’ambiente.
In sostanza il piano prevede una ingente mole di investimenti volti a favorire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’accordo di Parigi del 2015. Questo accordo prevede di contenere l’aumento della temperatura globale per salvaguardare la specie umana e la biodiversità.
In quest’ottica trova grande importanza il fattore energetico, attualmente responsabile del 75% delle emissioni inquinanti. Con il Green Deal l’Europa si prefigge pertanto di essere il primo continente ad emissioni zero entro il 2050. Per far questo è necessario attivare investimenti di lungo periodo, che permettano agli Stati di sostenere le economie in una transizione energetica oramai necessaria.
Vuoi sapere di più sul riscaldamento globale? Leggi il nostro articolo Cambiamento climatico: cause, conseguenze e 5 modi per contrastarloCosa prevede il Green Deal
Per raggiungere gli sfidanti obiettivi del progetto di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 verranno stanziati 7.500 milioni di Euro. A questo fondo, chiamato JTF (Just Transition Fund), accederanno i Paesi europei in misura diversificata sulla base delle esigenze di sviluppo. In altre parole i fondi verranno conferiti in misura maggiore ai Paesi che hanno necessità di una “spinta” maggiore per effettuare la transizione.
Secondo la stima di allocazione del Sole 24 Ore il maggiore beneficiario sarà la Polonia, che si aggiudicherà 2.000 milioni di euro. A seguire troviamo la Germania (877) e la Romania (757). Anche l’Italia sarà una delle principali beneficiarie del fondo: al nostro Paese verranno destinati 364 milioni di euro.I fondi del JTF verranno destinati a specifici progetti di riconversione ambientale. Questi progetti mireranno cioè alla conversione dei siti inquinanti in soggetti a impatto zero senza alterarne le capacità di servizio ed economiche. In pratica sarà possibile utilizzare i fondi per consentire a edifici, mobilità e attività industriali di azzerare l’impatto ambientale.
La Green Economy
Come abbiamo accennato l’ambizioso progetto dell’UE punta a intervenire su settori precisi per operare una transizione nel modo più efficiente possibile. In questo senso gli investimenti promossi avranno una finalità non esclusivamente ambientale. Il Green Deal, infatti, vuole ribaltare la concezione secondo cui la tutela dell’ambiente avviene sempre a scapito degli interessi economici. In questo senso, il raggiungimento degli obiettivi posti dalla Commissione Europea implica un impegno che mette l’economia al primo posto.
In questo senso la transizione include quella green economy di cui da tempo si parla: un esempio virtuoso di applicazione della sostenibilità ambientale all’economia. Il profitto economico infatti deve fare sempre più spesso i conti con l’assunzione da parte delle aziende di una responsabilità verso la società e verso l’ambiente. D’altro canto quando le aziende decidono di investire in sostenibilità vedono spesso un ritorno diretto in termini di immagine e reputazione.
Green Deal in Italia
I settori trainanti dell’accordo verde sono dunque tre:
- Mobilità
- Energia
- Edilizia
Su questi cardini avverranno i maggiori investimenti in quanto da questi settori si attende un mutamento sostanziale del paradigma come oggi lo conosciamo.
Per quanto riguarda la mobilità molto si sta già facendo incentivando l’acquisto di autovetture ibride ed elettriche, favorendo gli spostamenti con mezzi alternativi e promuovendo la sharing economy.
Per quanto riguarda l’energia – un punto cardine della transizione – si punta a investire sulle energie rinnovabili, pulite ed efficienti. Un occhio di riguardo infatti è stato dato anche all’efficienza, che diventa un parametro fondamentale nel tema delle emissioni. L’alta efficienza energetica è sintomo infatti di minori sprechi ed emissioni. Al tema dell’efficienza si collega quello dell’edilizia: le costruzioni private sono infatti ancora scarsamente efficienti e generalmente datate. Sono proprio gli edifici infatti a generare la maggior parte delle emissioni, sia per la scarsa efficienza dei sistemi di riscaldamento utilizzati, sia per le fonti energetiche utilizzate (principalmente combustibili fossili).
Infatti l’efficienza da sola non basta: una vera conversione ecologica prevede l’utilizzo di energie rinnovabili, pulite e sostenibili a zero emissioni. Ad oggi vengono ancora utilizzati i combustibili fossili per molti processi industriali, ma anche per il riscaldamento domestico. Queste fonti energetiche sono inquinanti e poco efficienti e verranno man mano sostituite da fonti pulite come il sole, l’aria, l’acqua e la terra.
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Il Green Deal, proprio come il New Deal di Roosevelt, non è una misura esclusivamente ambientale. Si posiziona infatti in un contesto più ampio, di ripartenza economica e di miglioramento sociale.
Secondo alcune previsioni fatte da Italian Climate Network, la lotta al cambiamento climatico può portare anche lavoro e ricchezza. Con particolare riferimento all’economia italiana la stabilità del lavoro potrebbe aumentare del 2,5-3% concentrato nei settori trainanti, grazie agli sforzi attuati per arrivare a una completa transizione energetica. Allo stesso modo, verrebbero creati nuovi posti di lavoro per un totale di 100 milioni di ore di lavoro aggiuntive che si tradurrebbero in un aumento di unità lavorative tra 530.000 e 700.000. Questi dati infine si potrebbero tradurre in una crescita del PIL del Paese che potrebbe ammontare a 0,5-0,6% entro il 2030.
In conclusione ci troviamo di fronte a un’opportunità che può aggiungere valore in termini economici al sistema Paese ma che guarda anche oltre. Gli orizzonti del Green Deal si estendono al benessere del pianeta e delle specie che lo popolano senza compromettere gli interessi dell’uomo.