Geotermia
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Energia dalla terra
La geotermia è una tecnologia che utilizza il sottosuolo o le acque ivi presenti (idrotermia)
quale sorgente termica per riscaldare e raffrescare gli edifici e, al contempo, per produrre acqua calda sanitaria.
A partire da 15 m di profondità, la temperatura del sottosuolo è costante e non dipende più dal clima esterno,
così come è stabile la temperatura dell’acqua di prima falda. Si può quindi definire
la geotermia a “bassa entalpia” (o a bassa temperatura) una fonte di
energia inesauribile e rinnovabile poiché sempre disponibile.
Scaldare
senza bruciare
nulla.
La pompa di calore permette di trasferire il calore da una sorgente a temperatura inferiore (sottosuolo, prima falda, aria) all’ambiente da riscaldare (impianto di riscaldamento, acqua calda sanitaria o impianto di processo) elevandone la temperatura. In fase di raffrescamento, l’impianto rappresenta la sorgente fredda dalla quale viene estratto il calore per ottenere temperature ancora più basse così da immettere fresco negli ambienti.
Lo scambio di calore con il sottosuolo avviene principalmente in due modi:
– impianti a circuito aperto, nel quale la pompa di calore effettua lo scambio termico con l’acqua di falda prelevata e restituita attraverso un circuito idraulico a pozzi separati (idrotermia);
– impianti a circuito chiuso, dove la pompa di calore effettua lo scambio termico col suolo indirettamente, a mezzo di un circuito idraulico unificato (inserito sino a 100 ÷ 120 metri nel sottosuolo) nel quale scorre
un fluido termovettore.
Innovazione
fino in fondo.
I vantaggi di essere più sostenibili
Il vantaggio energetico ed economico delle pompe di calore è dato dal rapporto tra la quantità di calore immessa o estratta dall’edificio e la quantità di energia
(solitamente elettrica) utilizzata:
tale rapporto viene detto COP (coefficiente
di prestazione). Le pompe di calore sono
intrinsecamente molto più efficienti di una caldaia perché non “producono” l’energia necessaria a far funzionare l’impianto attraverso la combustione, bensì la “trasportano”. Per rendere disponibili nell’ambiente da riscaldare 100 unità di energia termica, le caldaie
bruciano 120 unità di energia chimica
del combustibile fossile o della biomassa;
la pompa di calore, invece, utilizza 70-80 unità
di energia rinnovabile, necessitando solo 20 – 30 unità
di energia elettrica. Rispetto all’utilizzo dell’aria come “sorgente” della pompa di calore, la scelta di fonti come il sottosuolo o l’acqua di falda (caratterizzate da valori di temperatura mediamente più elevati e soprattutto meno variabili dell’aria) consente di ottenere prestazioni energetiche medie stagionali superiori e una maggiore stabilità della potenza termica resa dalla pompa di calore.
La scelta della sorgente (aria, terra, acqua) e i relativi andamenti stagionali sono quindi di
estrema importanza per determinare le prestazioni di una pompa di calore e si riflettono
sia sulla prestazione energetica dell’impianto, sia sul dimensionamento della pompa di
calore e sull’eventuale scelta di un sistema integrativo a supporto.