Biomasse: energie davvero rinnovabili?
Le biomasse sono scarti agricoli prevalentemente legnosi utilizzati per il riscaldamento domestico. Spesso vengono utilizzate sotto forma di pellet per essere bruciate e produrre energia termica.
Tuttavia l’annosa questione che riguarda le biomasse si concentra sui concetti di sostenibilità e rinnovabilità della fonte energetica. Molti infatti sostengono che questa fonte possa rappresentare una valida alternativa ai sistemi di riscaldamento fossili, maggiormente inquinanti. Altri invece sottolineano gli aspetti che rendono questa fonte poco sostenibile.
Biomasse: quanto sono rinnovabili?
Vengono definite rinnovabili quelle fonti energetiche che sono per loro natura inesauribili, oppure che hanno un’elevata capacità rigenerativa. L’utilizzo di queste fonti infatti non pregiudica la risorsa in sé, che ha la capacità di rinnovarsi o che ha a disposizione un bacino inesauribile. Da questo il concetto di sostenibilità associato alle energie rinnovabili: l’inesauribilità della fonte energetica ne assicura la sostenibilità.
Sotto questo punto di vista le biomasse possono essere considerate delle energie rinnovabili, nei casi in cui si provveda alla riforestazione nella stessa misura in cui la risorsa viene prelevata. Molto spesso infatti si mettono in atto processi artificiali per piantare nuovi alberi man mano che quelli più vecchi vengono tagliati e lavorati. Dove viene rispettato un giusto bilanciamento tra risorse prelevate e processi di riforestazione, questa energia può considerarsi rinnovabile.
La sostenibilità delle biomasse
Trovandoci a parlare di una fonte energetica considerata rinnovabile, dovremmo dare per assodata la sua sostenibilità. Tuttavia questo aspetto è messo in dubbio da molti esperti quando si parla di biomasse. Dal punto di vista ambientale infatti, questa risorsa è molto meno inquinante rispetto ai combustibili fossili in quanto è naturale.
La quantità di CO2 prodotta dalla combustione delle biomasse è fondamentalmente uguale a quella prelevata dalle piante stesse durante il loro ciclo di vita. Ciò farebbe pensare che le biomasse possano essere considerate delle energie sostenibili. Molti però non sono d’accordo: questa visione infatti ignora alcuni aspetti fondamentali. Ad esempio non tiene in considerazione fattori come la lavorazione industriale del legno e il trasporto, altamente inquinanti e poco sostenibili. Inoltre se, come accennato, molti processi di revitalizzazione della risorsa sono artificiali, si dovrebbe aggiungere al bilancio l’utilizzo estensivo di fertilizzanti chimici e fitofarmaci, oltre ovviamente alle macchine agricole utilizzate per i processi agricoli.
Questo lascia pensare che, sebbene la fonte possa essere considerata rinnovabile, è scarsamente sostenibile, in quanto il bilancio tra la risorsa e l’inquinamento da questa prodotto pende in negativo.
Biomasse e salute
Da molte parti si valutano le biomasse come una valida alternativa al combustibile fossile. Eppure diversi studi hanno dimostrato il rischio per la salute legato all’utilizzo di questa risorsa. La combustione di tutti tipi infatti produce micropolveri dannose per l’apparato respiratorio. Le stufe a pellet infatti, sebbene siano economiche e generino una quantità minima di emissioni, producono moltissime polveri sottili.
Si legge in un interessante Articolo del Sole 24 Ore quale mole di polveri sottili possano produrre le biomasse:Una sola stufa a pellet di qualità mediocre, con cattiva manutenzione, alimentata con combustibili non selezionati emette polveri fini come un centinaio di caldaie a metano ad alta efficienza.
Sole 24 ore – Le dieci cose da sapere sull’inquinamento dell’aria
Le polveri sottili prodotte dalla combustione del pellet sono particelle che riescono a oltrepassare le barriere respiratorie, danneggiando i polmoni. Secondo alcuni studi le polveri sottili sarebbero responsabili di oltre 60.000 morti premature in Italia.
Trovandosi spesso all’interno delle mura domestiche, le biomasse contribuiscono anche al fenomeno dell’inquinamento indoor. L’insalubrità degli edifici espone quindi le persone che li abitano a rischi ancora maggiori per la salute.
Vuoi sapere di più sulle polveri sottili? Leggi l’articolo Polveri sottili: cosa sono e cosa le produceDecarbonizzazione e biomasse: le conclusioni dell’Enea
Anche l’Enea si è pronunciata sulle biomasse, prevedendo misure di sostegno atte a individuare le circostanze meno dannose per la salute. L’ente ha quindi predisposto delle direttive che non incentivano l’utilizzo delle stufe a pellet, ma neanche che lo condannano. Di seguito le disposizioni fornite dall’ENEA:
- Politiche di sostegno condizionate all’uso delle tecnologie migliori e più efficienti possibile
- Standard emissivi sempre più rigorosi
- Richiesta di incentivi diretti volti a ricercare e innovare i sistemi di abbattimento del particolato più performanti
- Eventuali tasse ambientali basate su due aspetti: il danno alla salute e l’impatto sul clima
Queste valutazioni da parte dell’Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, fanno riflettere, specie se contestualizzate nell’attuale panorama europeo. Le direttive europee sulla decarbonizzazione totale sono sempre più considerate e un approccio “carbon neutral” sempre più ricercato da tutti Paesi.
Tali direttive entrano parzialmente in contrasto con la valutazione delle biomasse come alternativa valida per una transizione energetica verso il rinnovabile. In tale contesto infatti, andrebbe considerato non solo l’ambiente, ma anche gli effetti che l’inquinamento e il particolato possono avere sulla salute dell’uomo.